A SORPRESA!
Chiudiamo il mese – e il blog per il mese di Agosto- in bellezza con un nuovo contributo di Filena,
vi ricordate ve l’abbiamo presentata la scorsa settimana …ricordate?,
Un contributo che si prende e fa spazio.
Riflessioni metaforiche da una storia vera che ci incita ad essere testimoni coerenti dell’etica della professione .
Grazie Filena per averci donato un nuovo contributo e …buona lettura a tutti voi!!!
L’albero che cade e la foresta che cresce
“fa più rumore un albero che cade di un intera foresta che cresce”
(Lao Tzu)
Riflessioni da una storia vera ……
….in Emilia e’ caduto un albero antico ammirato da tanti ….cadendo ha fatto un gran rumore e ha sollevato tanta polvere. Forse era un albero malato?….non lo sappiamo ancora….se era malato era necessario abbatterlo…avrebbe potuto trasmettere malattia anche gli altri alberi vicini ? o forse è stato abbattuto per la necessità di qualcuno ? per farne assi di legno ? per aprire una strada ? per liberare uno spazio? … Chissà!
E’ molto triste vedere un albero che cade anche se malato, ma ancora più doloroso è assistere alla danza degli sciacalli intorno a quello che è rimasto delle radici ,una danza che solleva altra polvere e può far marcire il terreno tutto intorno .
Poco più in là invece, c’è una foresta che cresce ,una foresta fatta di alberi adulti con radici ben piantate nel terreno, alberi che svolgono in silenzio la loro funzione, danno ombra e riparo, assorbono veleni e restituiscono ossigeno , segnano la strada , ogni anno si coprono di foglie e danno frutti generosi .
Accanto a questi alberi maturi, per rigenerare la foresta, si è provveduto a impiantare giovani alberi , dritti sui loro tronchi e carichi di vitalità , alla stagione giusta anche loro producono fiori e frutti. E’ una bella foresta che cresce senza far rumore, è silenziosa . Solo pochi sanno riconoscere quanto è preziosa e quale danno ne avremmo se dovessimo perderla perché qualcuno ha sparso veleno nel terreno .
Intanto continua il gran frastuono intorno all’albero caduto , è un rituale macabro celebrato dagli sciacalli in cerca delle loro prede; c’è un rumore assordante che impedisce di vedere , di sentire ,di capire .
E c’è la foresta che cresce senza far rumore ,offre la sua bellezza e regala silenziosa ossigeno e riparo a chi cerca ristoro .
Vorrei sentire la voce della foresta che cresce, come si può ascoltare ? La foresta è una presenza…uno spazio vitale e ricco di energia ma si puo’ ascoltare solo quando circola il vento tra i rami e le foglie producono il loro suono armonioso .
La voce della foresta che cresce, non è nel lamento per un terreno sassoso e poco nutriente, e neppure nel dolore delle potature necessarie per far crescere alberi rigogliosi e carichi di frutti. La foresta sta lì , continua a svolgere la sua funzione ,fa sentire la propria voce quando un elemento esterno interviene , il vento soffia o cade la pioggia .
Fuor di metafora…
Su questa storia e contro l’uso strumentale di alcuni che sta avvelenando il terreno dei Servizi Sociali, è giusto ricordare che il 99,9% degli Assistenti Sociali sono professionisti onesti e seri e che i Servizi Sociali svolgono una funzione importante assegnata dallo Stato . Ma sento il bisogno di qualcosa d’altro per non limitarci a giocare in difesa quando la comunità professionale viene attaccata da eventi tragici come questi . Prima e dopo Bibbiano, c’ è bisogno di produrre quel vento che può far sentire la voce della foresta che cresce , per ricordare che nel difendere quegli alberi difendiamo i diritti di tutti e la qualità del welfare e che i servizi sono parte del capitale sociale dei nostri territori .
Per recuperare il senso profondo e ricostruire fiducia e credibilità con i cittadini ,forse non basterà solo promuovere e valorizzare il ruolo dei Servizi Sociali e far conoscere quanto di buono e prezioso si realizza nel territorio.
Spesso non si riesce a dedicare tempo per raccontare e scrivere ciò che si fa ,ma non si sta proponendo una operazione di marketing utile a ricostruire una relazione con i cittadini che sono fruitori ma anche co- finanziatori dei servizi.
Dovremmo invece continuare a realizzare e a potenziare le pratiche professionali che sono già patrimonio dei Servizi Sociali : tutto quello che va nella direzione di restituire potere, competenza e responsabilità ai cittadini, tutte le prassi che adottiamo per offrire risposte professionali alla domanda individuale che si fondano su una valutazione partecipata con il fruitore della prestazione e che lo pongono in posizione di interlocutore attivo, tutto il bagaglio di competenze del servizio sociale di comunità che ci permette di co progettare i servizi con i cittadini , affinchè possano partecipare in diversa forme e misure e possano sentirli come propri .
Tornando alla cosidetta “tutela dei minori” ,materia assai delicata , ci sono su tutto il territorio nazionale e in tutte le regioni, esperienze importanti di un gran lavoro che è in atto con le famiglie vulnerabili quindi in presenza di genitori negligenti e di figli esposti a rischio . E’ stato un progetto nazionale ( Progetto ministeriale PIPPI) che ha prodotto le linee guida ministeriali per promuovere una genitorialità positiva. Molti servizi in tutto il territorio nazionale lavorano con le famiglie fragili utilizzando nuove prassi e se le parole hanno un senso …da tempo abbiamo scelto un modo diverso di descrivere il lavoro con le famiglie sostituendo l’obiettivo e la parola “tutela dei minori “ con un obiettivo più ampio che è “ la cura dei legami familiari e il sostegno alla genitorialità” .La legge 149 /2001 sancisce il diritto del minore a vivere con la propria famiglia e i Servizi Sociali sono ben consapevoli che l’impegno che garantisce questo diritto passa attraverso la cura dei legami familiari e il sostegno alla funzione genitoriale senza per questo “ barattare” la tutela dei soggetti più deboli .
E allora vorrei che circolasse il buon vento che racconta di altri modi ,diventiamo noi quel buon vento che possa trasformarsi in una narrazione comune con i cittadini per costruire un pensiero collettivo insieme con chi fruisce dei servizi ,accettiamo il confronto e prestiamo attenzione alle critiche faticose ma costruttive, produciamo nuovo sapere professionale anche su questi temi .
Potrebbe sembrare l’epilogo, ma è un prologo dedicato ai “giovani alberi “ da poco piantati … affinchè non si lascino disorientare , per evitare che il rumore dell’albero caduto li travolga ,perché possano diventare testimoni coraggiosi di quella bella foresta che continua a crescere e che anche nelle tempeste , è capace di rinnovarsi e generare nuova vita .
Grazie ai tanti colleghi che non si arrendono e sono testimoni coerenti dell’etica della professione .
Filena Marangi
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